TEST - Cervélo S5: meno estrema di quello che sembra

Nicola Checcarelli
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TEST - Cervélo S5: meno estrema di quello che sembra

Nicola Checcarelli
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La Cervélo S5 è una bici molto iconica, ma non è una novità. 
L’ultima versione, quella attualmente utilizzata dal Team Visma | Lease a bike, è stata aggiornata nel 2022.

Prima di oggi, però, non eravamo mai riusciti a testarla e in tutta onestà ero molto curioso di farlo, anche perché pur avendo a disposizione un mezzo leggero e performante come la R5, i Pro’ utilizzano molto più spesso proprio la S5.
Vi spoilero subito una cosa: dopo averci pedalato per qualche settimana, ho capito il perché…

1– Dettagli tecnici

– Geometrie

Le geometrie sono racing, ma a ben guardare sono molto meno estreme di quanto il design della bici possa far pensare.
Per intenderci, in misura 56 (quella usata per il test), il rapporto stack to reach è di 1,44, cioè molto simile a quello della Trek Emonda, che tra le bici da competizione è una delle meno spinte in fatto di geometrie.

L’angolo piantone è da 73°, quello sterzo da 73,5°, il carro posteriore misura 40,5 cm e l’interasse 982 mm. Insomma, non fatevi spaventare dalle apparenze, perché l’impostazione è equilibrata.

Le taglie disponibili sono 6, dalla 48 alla 61, e qui sotto trovate la tabella nel dettaglio.

– Assetto in sella

Sono alto 183 cm, pedalo a 77,5 cm e con la mis. 56 (attacco 100 mm) mi sono trovato subito a mio agio senza dover apportare particolari modifiche. Anche perché, come già anticipato, le geometrie sono molto simili a quelle della Emonda SLR in taglia 56 che uso abitualmente.

Anche se a prima vista potrebbe sembrare complicato, su questa S5 si può intervenire sulla lunghezza dell’attacco e sull’altezza dello sterzo in modo non troppo diverso rispetto a quanto si fa con un combo manubrio+attacco “classico”.

Lo sterzo a Y, separato rispetto al manubrio, è disponibile in 6 misure, da 80 a 130 mm.

La bici che vedete nelle foto è montata senza spessori, ma se ne possono aggiungere fino a 30 mm (immagine più in basso) per rendere più comoda la posizione sull’avantreno. Certo, c’è da dire che 30 mm di spessori su un telaio con questa forma non dovrebbero essere esteticamente molto gradevoli. Personalmente, se pensate che vi servirà un dislivello sella/manubrio più contenuto, suggerirei di prendere una taglia in più, magari accorciando l’attacco, ma confrontatevi anche con il rivenditore o il vostro biomeccanico di fiducia.

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– Cura costruttiva

La Cervélo S5 è una bici di alta gamma ed è molto curata nei particolari.
Rispetto alla versione precedente l’azienda canadese ha lavorato soprattutto sulla semplificazione della gestione del cockpit.

Inoltre, mantenere separati attacco e manubrio comporta un aggravio di peso, ma consente una possibilità di personalizzazione fondamentale su una bici di questo tipo. Interessante anche la possibilità di regolare l’inclinazione della piega tra 0 e 5°, che offre un’ulteriore opzione di regolazione.

Il sistema di serraggio sella è semplice e funzionale, così come semplice è la regolazione dell’inclinazione della sella, aspetto non proprio scontato su prodotti di questo genere.

Il passaggio ruota è molto abbondante per questa categoria: 34 mm effettivi. Io l’ho usata anche con gomme da 30 mm su ruote con canale interno da 25 mm senza alcun problema.

Il telaio è predisposto solo per l’uso di gruppi elettronici, come molti altri prodotti di alta gamma, ma è doveroso segnalare che non è compatibile con il Campagnolo Super Record EPS per via del diametro dei cavi.

Un piccolo dettaglio che invece non mi è piaciuto, perché non all’altezza di una bici di questo livello, è il supporto del ciclocomputer fornito di serie. Non è stabile e l’inclinazione del device, anche quando si serra la vite al massimo, tende a ruotare verso il basso, specie se con un dispositivo piuttosto pesante come il Garmin Edge 1040 Solar.

– Componentistica utilizzata

Per questo test abbiamo utilizzato la Cervélo S5 Dura Ace Di2, montata con guarnitura 52-36 e cassetta 11-30. Le specifiche 2025, che possiamo darvi in anteprima, prevedono invece la guarnitura 54-40 con cassetta posteriore 11-34 (una combinazione di cui vi abbiamo parlato QUI).
Seguendo le attuali tendenze del mercato, nel 2025 cambieranno anche le specifiche di altri componenti, con manubri tendenzialmente più stretti e pedivelle più corte. Sulla mis. 56, ad esempio, le pedivelle passeranno da 172,5 a 170 mm.

I dischi sono da 160 mm sia all’anteriore che al posteriore. Il movimento centrale è Ceramic Speed.

Le ruote sono le Reserve 52|63, che però rispetto al modello aftermarket sono equipaggiate con mozzi Zipp ZR1.
Si tratta di ruote dal profilo molto alto, non leggerissime, ma che grazie alla forma bombata del cerchio e al canale intero largo (25,4 mm sull’anteriore e 24,4 mm sul posteriore) garantiscono un comfort e una facilità di guida, anche con vento, veramente sopra la media.
Le gomme sono Vittoria TLR da 28 mm.

Del combo manubrio a Y + attacco vi abbiamo già parlato, ma ci tengo a sottolineare l’ottima ergonomia della piega e la rigidità di tutto il sistema.

– Peso

Il peso rilevato, in taglia 56, senza pedali e portaborraccia è di 7,6 kg. Con ruote “da salita” e gomme leggere si può scendere a 7,2-7,3 kg, ma è chiaro che l’estetica perde non poco…

– Prezzo

La Cervélo S5 Dura Ace Di2 costa 12.999 euro.
Un prezzo alto, ma in linea con la maggior parte dei top brand.

Se proprio si vuole fare un appunto, il limite di Cervélo è che per questa bici non propone una “vera” gamma media, visto che si parte dai 9.699 euro della versione Ultegra Di2.

– Garanzia sul telaio

Dal 2004 Cervélo garantisce a vita i propri telai (tranne verniciatura e grafiche) esclusivamente sul primo proprietario.

2 – Comportamento in salita

Anche se non è leggerissima, in salita la considero una delle migliori bici aero su cui ho pedalato. E per aero, ovviamente, intendo “aero vere”, non all-round (tipo la Tarmac SL8 o la Madone Gen8).

Sul ripido, anche quando si va piano perché magari la gamba non è super, hai sempre l’impressione di non faticare troppo e di non essere piantato.
Fino al 5-6%, a parità di allestimento, a mio avviso va addirittura meglio della R5, che pure mi era piaciuta tanto. Con ruote da salita, con cui l’ho provata, diventa più performante anche sul ripido grazie alla enorme rigidità del telaio, sia in zona sterzo che movimento centrale.

Dopo averla usata, come vi avevo già anticipato, ho capito perché i Pro’ della Visma | Lease a Bike la usano anche nelle tappe con tanto dislivello. 

3 – Comportamento in discesa

In discesa la rigidità del telaio ha due facce della medaglia.
Da un lato la Cervélo S5 è super precisa in inserimento di curva e molto stabile in percorrenza.
Dall’altro è un mezzo che perdona poco eventuali errori di impostazione. In questa sensazione c’è da tenere conto pure delle ruote, che nonostante il canale largo, hanno comunque un profilo molto alto.

E’ una bici con cui bisogna prendere la mano gradualmente, che va saputa portare, specie in condizioni non ottimali come fondi sconnessi o bagnati.  Su discese flow e asfalti buoni, invece, l’ho trovata molto più “facile” di quanto mi aspettassi…

4 – Comportamento in pianura

In pianura la Cervélo S5 va “come una moto”, ma tutto sommato non è una sorpresa.
Per apprezzarne le doti di rigidità basta alzarsi un paio di volte sui pedali, senza necessariamente  esprimere 500 watt. Già dai 30 km/h se ne percepisco le qualità, anche se diventa esaltante quando la velocità sale sopra i 38-40 orari.
Tutta la bici è rigidissima, ma è in particolare l’avantreno a impressionare sotto questo aspetto.

I percorsi su cui fa la differenza, però, non sono quelli completamente pianeggianti, ma quelli vallonati, dove ci sono variazioni di ritmo sempre a velocità sostenuta. E’ in fase di rilancio, infatti, che la S5 dà delle sensazioni che poche altre bici sono in grado di trasmettere.

Capitolo comfort. Non è la bici più comoda su cui ho pedalato, ma a dispetto delle forme non è nemmeno tra le più scomode. Credo che la grande differenza in questo senso la facciano ruote e gomme. Con una bici di questo genere il mio consiglio è di usare sempre una gomma tubeless, meglio se abbinata a ruote con canale largo come le Reserve 52|63, che contribuiscono ad aumentare la capacità di assorbimento delle vibrazioni e anche la stabilità di guida.
Altro discorso va fatto sulle geometrie, che come abbiamo già detto sono racing, dunque non per tutti. 

Chiudo parlando della guida con il vento, che riguarda sia la pianura che la salita. Anche in questa situazione la Cervélo S5, abbinata alle ruote Reserve, si è rivelata una piacevole sorpresa poiché, pur richiedendo la giusta attenzione, ne risente veramente poco.
Ho bene in mente “i numeri” che bisognava fare fino a qualche anno fa per guidare qualsiasi bici con ruote ad alto profilo in giornate ventose. Ecco, tutto quello è ormai un lontano ricordo.

Cervélo S5 Dura Ace Di2: in conclusione

Come anticipato nel titolo, la Cervélo S5 è molto meno estrema di quanto le forme del telaio possano far pensare. Non è scomoda, si guida piuttosto bene e anche le geometrie sono equilibrate.

Alla fine mi ha sorpreso più in salita che in pianura. Non può essere la prima scelta per chi normalmente fa uscite con tanta salita e dislivelli superiori a 2.000-2.500 mt, anche se, con ruote adatte, non ha molto da invidiare a bici da salita vere e proprie. A patto, ovviamente, di essere montata con componenti di alta gamma, che ne mantengono il peso accettabile. Una considerazione, questa, che chiama in causa la variabile prezzo, che rappresenta una delle poche note dolenti (pur in linea con altri top brand).

Per chiudere, rispondo ad una fatidica domanda: la comprerei per l’uso di tutti i giorni?
Mi sbilancio, dicendo che si tratta di una delle bici migliori che ho provato fino ad ora. La risposta, quindi, è assolutamente sì, magari con delle ruote un po’ meno estreme, ma senza scendere sotto i 45-50 mm, per non snaturarne l’estetica e il carattere.

Perché comprarla

  • - E’ eccezionale sotto il punto di vista della rigidità e delle prestazioni in pianura
  • - Geometria equilibrata
  • - E’ molto meno estrema di quanto sembra, anche in termini di guidabilità e comfort

Perché non comprarla

  • - Prezzo elevato (e mancanza di modelli di media gamma)
  • - Il peso non è il suo cavallo di battaglia 

Per maggiori informazioni: cervelo.com/it-IT

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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