TEST - Vision Metron 5D Evo: il manubrio di Vingegaard non tradisce, ma...

Giovanni Bettini
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TEST - Vision Metron 5D Evo: il manubrio di Vingegaard non tradisce, ma...

Giovanni Bettini
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Presentato ad inizio stagione, il manubrio Vision Metron 5D Evo si è fatto subito notare.

I successi di Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) alla Tirreno Adriatico e al Tour de France hanno contribuito a mettere l'accento su questo manubrio d'alta gamma, evoluzione del Metron 5D visto per la prima volta nel 2017 e aggiornato nel 2019 con la versione ACR 3K.

Vision Metron 5D Evo
Vingegaard Tirreno Adriatico 2024 5
Foto: Ivan Benedetto/SCA/Cor Vos

I punti chiave e le novità

Tutti i dettagli e le differenze rispetto alla precedente generazione prodotto li avevamo racchiusi nell'articolo qui sotto.

Di seguito riportiamo alcuni dati essenziali.

Il Vision Metron 5D Evo non è solo più leggero di 80 gr rispetto al 5D.

Presenta una costruzione 100% fibra di carbonio con finitura 3K più snella ed essenziale che si discosta dal suo predecessore per due caratteristiche:

  • - stack dell'attacco ridotto (40 mm, meno 1,5 cm rispetto al Metron 5D);
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  • - due opzioni di profondità per la barra (L o XL, sei combinazioni per la versione XL e otto per la L).
Vision Metron 5D 8

Confermato l'angolo dell'attacco (-6°), il reach (80 mm), il drop (125 mm), l'inclinazione anteriore (10°) e lo scostamento dei terminali della curva (offset drop, 5 mm).

Quest'ultima quota rende l'impugnatura a livello delle leve più stretta e aumenta la larghezza complessiva del manubrio di un centimetro nella parte bassa della piega.

Abbiamo messo alla prova il 5D Evo in occasione del test della Whistle Vaero (che di serie monta il Metron 5D).

Vision Metron 5D Evo
Test Vision Metron 5D Evo 28
Vision Metron 5D Evo

Per eseguire il test è stato smontato il Metron 5D per lasciar posto al 5D Evo.

In questo frangente, come da prassi, verificate il gioco della serie sterzo e se necessario sostituite expander e vite di serraggio secondo le specifiche Vision. QUI ulteriori dettagli.

Test Vision Metron 5D Evo
Test Vision Metron 5D Evo 2

Ad ogni modo niente paura: la compatibilità di questo manubrio è piuttosto ampia.

Lo testimoniano i pro' che utilizzano il 5D Evo su bici Merida, Cannondale, BH, etc.
Nell'articolo qui sotto ulteriori dettagli.

E veniamo al peso.
Vision dichiara 320 gr (110-420 mm, tg. L).

Abbiamo pesato il manubrio allo stand Vision in occasione dell'Italian Bike Festival nella misura 400-110 mm, taglia L: 340 gr netti.

Vision Metron 5D Evo

Vision Metron 5D Evo: come va su strada?

Prima di tutto una precisazione: la curvatura in avanti tipica dei manubri integrati Vision non allontana le leve e non influenza la messa in sella.
Il reach si conferma, quindi, uno dei parametri di riferimento per valutare la lunghezza dell'attacco e l'eventuale distanza delle leve dal centro del cannotto forcella.

Durante questa prova ho utilizzato la configurazione 400-110 mm, taglia L: la soluzione migliore avendo le dita corte rispetto alla dimensione del palmo.

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La rigidezza della struttura si apprezza soprattutto quando sul manubrio si tende a far leva in maniera importante: rilanci, sprint, etc. Le forze torsionali vengono ben contrastate.
Qui, però, entra in gioco il sistema bicicletta.

La Whistle Vaero con telaio in fibra di carbonio T700 e T800, allestita con ruote Vision SC45, camera d'aria in butile e coperture Continental Grand Prix 5000 da 28 mm su canale da 21 mm, tende a restituire al ciclista una piattaforma un po' più "sorda" della media.

Su asfalto ruvido o non regolare (vedi l'asfalto della Maremma), le vibrazioni che vengono trasmesse a sella e manubrio finiscono per erodere il comfort.

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Una dinamica che può essere facilmente compensata passando al tubeless.

A conti fatti rigido sì, ma è bene ampliare la prospettiva e prendere in considerazione l'allestimento dell'intero mezzo, le strade che vengono percorse abitualmente e, non ultima, la destinazione d'uso (competizione, lunghe distanze, etc.).

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Vision Metron 5D Evo: un pregio, un nì e un no...

Oltre alla rigidezza, l'angolo anteriore di 10° viene incontro a tutti i ciclisti longilinei e brevilinei che adottano attacchi manubrio piuttosto corti (80 o 90 mm).

La conformazione ad arco dà alle gambe maggior libertà in fuorisella e permette agli avambracci di non sfregare sulla barra quando si adotta la presa bassa.

Vision Metron 5D Evo

Allo stesso tempo questa forma tende a far allargare i gomiti quando si impugna la presa alta e non agevola l'opposizione del pollice.
Ci si abitua, ovviamente, anche se l'ergonomia di alcuni manubri di recente concezione dotati di backsweep (arretramento) può essere più convincente. Dipende molto dai gusti personali.

Vision Metron 5D Evo

Da rivedere il supporto ciclocomputer.

Lo snodo posto a metà della struttura non aiuta. Pochi metri e il Garmin 840 implode in una improbabile posizione. Molto meglio lo stelo fisso.
Vision ne è consapevole.

In conclusione

Il Vision Metron 5D è un manubrio integrato adatto ad un pubblico esigente alla ricerca di soluzioni fuori dall'ordinario per ottimizzare il feeling con la bici e il peso.

L'inclinazione anteriore potrebbe non essere del tutto gradita da coloro che in salita amano viaggiare in presa alta. Ottima la possibilità di sceglie tra due differenti taglie (L o XL). Le opzioni a catalogo sono parecchie.

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Vision Metron 5D Evo

Infine una curiosità...

Alla luce delle recenti applicazioni di fibre ad alto modulo in ambito ciclo (vedi serie Toray MX) caratterizzate da elevata rigidezza e una miglior elasticità verticale c'è da chiedersi se nel prossimo futuro verranno impiegati questi compositi per garantire prestazioni ancora migliori e rendere una struttura integrata meno "secca" e piacevole da guidare in ogni condizione.

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Per maggiori informazioni: visiontechusa.com/it

Qui sotto il test delle ruote Vision Metron usate dai pro'.

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Sull'autore
Giovanni Bettini

"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.

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