"Non è una bici per tutti. Il prezzo conta, ma fino a un certo punto". L'essenza del test di lunga durata della Pinarello Dogma F Dura Ace Di2 è racchiusa in questa frase.
Oltre 2.200 km e 38.000 metri di dislivello. Dalla Maratona delle Dolomiti 2024 (QUI il racconto di questa avventura) fino ad oggi.
Un viaggio che oserei definire privilegiato e suggestivo per almeno tre motivi.
1) Non capita tutti i giorni di provare così a lungo una bici di questo calibro.
2) In queste settimane non sono mancati i momenti di confronto con Fausto Pinarello e la sua squadra circa le caratteristiche tecniche della nuova piattaforma (qualche pillola l'abbiamo racchiusa in due puntate del nostro podcast qui sotto).
3) Da atleta, nell'ormai lontano 2005, ho avuto l'opportunità di utilizzare la prima Pinarello Dogma. Ve la ricordate? Tubazioni in magnesio, carro e forcella Onda (foto sotto). Alessandro Petacchi al Giro d'Italia del 2003 la utilizzò in gara per la prima volta: vinse sei tappe e in due occasioni batté un certo Mario Cipollini. Non posso nasconderlo, tornare in sella ad una Dogma dopo un bel po' di tempo mi ha fatto un certo effetto.
Al di là dei sentimenti andiamo dritti al sodo...
1 - Dettagli tecnici telaio
– Geometrie
La tabella taglie si conferma ricca (una delle più ampie sul mercato) e in linea con la generazione precedente (Dogma F MY23): 11 le misure a disposizione dalla 43 alla 62.
Il rapporto stack-to-reach per il telaio taglia 54 è di 1,43: non troppo estremo.
Un dato che a livello di assetto pone questa Pinarello Dogma F Dura Ace Di2 in linea con i modelli d'alta gamma della concorrenza (statunitense in particolare).
Tra le righe sembra quasi che il marchio trevigiano (che da sempre crede nella bici unica) sia stato fonte d'ispirazione per coloro che hanno deciso di mettere da parte la bici aero.
Sono due le quote che sono state leggermente ritoccate rispetto alla piattaforma Dogma MY23: il tubo di sterzo, ora leggermente più alto (+ 5 mm cfr. taglia 54), e lo scostamento verticale della forcella (aggetto o rake). Si passa da 43 a 47 mm.
Una scelta, quest'ultima, approvata anche dai pro' del team Ineos Grenadiers che in passato hanno messo alla prova questa soluzione grazie a lotti di produzione esclusivi.
– Assetto in sella
Sono alto 168 cm, cavallo 78 cm. Pedalo a 69,5 cm.
46,5 cm la mia taglia abbinata ad un attacco manubrio da 120 mm.
Nel mio caso sono bastati due veloci calcoli per individuare la configurazione ideale.
L'ampia scelta di taglie è senza dubbio uno dei punti di forza di Dogma F: un piccolo-grande lusso, ergo la sensazione è quella di viaggiare su una bici quasi su misura.
Unico aggiustamento durante il test è stato l'arretramento della sella che progressivamente ho avanzato fino ad avvicinarmi al limite posteriore stampigliato sul telaio della Most Lynx Ultrafast Superflow L Carbon (larghezza 145 mm) prodotta da Selle Italia.
Il reggisella Pinarello Aero con testa in titanio stampata 3D, minuteria in titanio e offset da 18 mm potrebbe rivelare dei limiti anche se c'è da dire che Pinarello, a partire da questa generazione prodotto, mette a disposizione anche un reggisella a testa dritta (0 offset), che può essere richiesto in fase d'ordine.
– Cura costruttiva
La Dogma esprime parte della sua anima grazie allo stile: unico, inconfondibile e, a partire dalla seconda generazione (foto sotto), asimmetrico.
Una qualità che è diventata carattere distintivo di questo modello che si è evoluto anche grazie alla mano del designer padovano Manuel Bottazzo.
Di generazione in generazione, però, l'ultima parola spetta sempre a Fausto e non è un caso se sul telaio persiste la decalcomania FP Design.
E riprendiamo proprio le parole di Fausto - «La Dogma o la ami o la odi» -, per riassumere alcune prerogative di questa categoria.
Me ne sono accorto sulla strada... Dalle critiche del tipo "Non so come fa a piacere, è una bici tutta storta" fino a sconfinare in quasi mistica ammirazione. Idem per la verniciatura metalizzata-perlata Luxter, caratterizzata da pigmenti a scaglie multistrato che viene stesa nello stabilimento di Villorba (TV).
Questione di gusti, certo, ma va dato atto al marchio trevigiano di aver creato e mantenuto un'identità nel tempo che va oltre la semplice estetica.
Un'estetica che in questa Pinarello Dogma F Dura Ace diventa ancor di più sostanza...
Per la prima volta viene usata la fibra di carbonio Torayca M40X nella produzione di serie: un composito utilizzato in passato solo sui progetti speciali e X-Light.
Un cambio di passo non trascurabile per quanto riguarda la laminazione.
I compositi comunemente utilizzati spiccano per modulo o resistenza.
Questo innovativo tessuto pre impregnato, sul mercato dal 2018, presenta il miglior rapporto resistenza/modulo di trazione (vedi grafico sotto) ad oggi esistente.
In estrema sintesi questa fibra offre una rigidezza superiore rispetto alle fibre T alto resistenziali: una qualità che gioca a vantaggio della trasmissione di potenza.
Il tutto unito ad una resistenza più bassa che rende la fibra più "morbida" a livello verticale rispetto alla T1100 impiegata su Dogma F MY23 e Dogma X.
Innegabile, infine, lo sforzo tecnico per migliorare complessivamente l'efficienza dell'intera struttura.
La prima pietra del nuovo progetto Dogma F è stata posata a conclusione del Tour de France 2022 quando i tecnici Ineos hanno iniziato ad analizzare i dati inerenti la bici e le prestazioni di Geraint Thomas nell'arco dei 21 giorni di gara (cronometro escluse).
Nell'articolo qui sotto ulteriori dettagli.
– Componentistica utilizzata
Una Dogma non può che avere un allestimento d'alta gamma che Pinarello ingloba nella nomenclatura di ogni modello.
Largo, quindi, al gruppo Shimano Dura-Ace R9200 Di2 (guarnitura 50-34 e cassetta 11-34) e alle ruote Princeton Peak 4550 Evolution tubeless ready: altezza cerchio variabile (45/50 mm), canale interno da 21 mm, spalla dotata di uncino, raggiatura sfalsata e mozzi White Industries CLD. Peso dichiarato per la coppia: 1480 gr.
Altro elemento distintivo della nuova Dogma F è il manubrio Talon Ultra Fast caratterizzato da una barra superiore e da un attacco più sottile (inclinazione -8°).
La curva è dotata di un leggero angolo esterno (flare 7°) e di una curvatura della porzione mediana della piega (inward bending 7°) che riduce la larghezza a livello dei corpi comando (meno due centimetri rispetto al precedente manubrio Talon Ultra Light vedi tabella sotto).
Io ho utilizzato un 120-420 mm che diventa 360 mm a livello delle leve. Una soluzione ergonomicamente vincente.
– Peso
La Dogma F 2025 è più leggera di 108 gr rispetto al kit telaio (telaio, forcella, manubrio e reggisella) della precedente generazione.
In taglia 53 l'Azienda dichiara un peso di 6,77 kg.
Sulla nostra bilancia questa Pinarello Dogma F Dura Ace tg. 46,5 pesa 6,84 kg (senza accessori, senza pedali).
Da questa quota vanno sottratti i circa 50 ml di liquido sigillante per ruota applicati durante il montaggio. Nel complesso non ci si discosta molto rispetto a quanto dichiarato.
In definitiva la Dogma F non è la bici più leggera sul mercato, ma poco ci manca.
– Prezzo
Il listino è importante e in linea con la concorrenza: 14.500 euro (con misuratore di potenza 15.500 euro).
Una bici che non è per tutti, ma che allo stesso tempo è desiderata da molti.
Basta pensare che ancor prima dell'esordio ufficiale Pinarello stava già ragionando in ottica 2026 per via dello stock 2025 già esaurito e allocato presso la rete vendita mondiale.
Andando più a fondo, senza voler giustificare nessuno, potremmo dire che tra il prezzo e il prodotto finito ci sono tante dimensioni che non hanno solo a che fare con il valore intrinseco del bene e il mero lato economico. Basta pensare a quanto avviene da decenni in altri comparti, ma servirebbe un articolo a parte...
Siamo di fronte a un "giocattolo di lusso per adulti"? Forse sì.
– Garanzia sul telaio
Pinarello adotta una formula 2+3. Alla garanzia legale il marchio trevigiano aggiunge un'ulteriore copertura convenzionale (non trasferibile) previa registrazione della bici sul sito entro 30 giorni dalla data riportata sul documento d'acquisto. QUI ulteriori dettagli.
Quest'ultima operazione permette anche di accedere al Crash Replacement Program: "Il possessore della bici danneggiata dovrà recarsi presso il rivenditore che gli ha venduto il telaio per beneficiare di uno sconto che si applica sull'acquisto di un nuovo telaio dello stesso livello o inferiore. L'ammontare dello sconto è formato dallo sconto che viene concesso da Cicli Pinarello Srl e dal rivenditore ufficiale Pinarello a cui si è rivolto".
A conti fatti, visto il livello della bici, perché non una garanzia a vita e uno sconto a scalare a seconda dell'anzianità della bicicletta?
2 - Comportamento in salita
Fin dalle prime pedalate su questo terreno, lungo l'itinerario del Sellaronda, ho avvertito qualcosa di diverso rispetto alla media a livello del movimento centrale in fase di spinta su pendenze attorno il 10-12%.
Per cercare le dovute conferme ho portato la bici vicino ai miei limiti su queste pendenze anche su salite lunghe (20 km). Difficile dare un giudizio empirico, ma qualcosa di diverso c'è. La bici è subito pronta quando si alza il ritmo e si viaggia in fuorisella.
Su prove piuttosto brutali (vedi muro di un chilometro con finale al 20%) affrontate a tutta, al di là del quasi KOM, c'è da dire che "la bici fa quello che vuole il ciclista". Nell'alternarsi della spinta repentina destra/sinistra la sensazione è quella di essere assieme a un'eccellente compagna d'avventure in grado di mettere a terra tutto quello che c'è nelle gambe.
3 - Comportamento in discesa
Sono montato per la prima volta sulla Pinarello Dogma F Dura Ace Di2 a metà giugno lungo le strade del Sellaronda in occasione dell'evento riservato alla stampa.
Lungo la discesa del Passo Sella, nonostante le cattive condizioni meteo, ho mollato la bici e ho avuto modo di entrare facilmente in simbiosi con il mezzo.
Altra condizione che ho cercato sulle strade di tutti i giorni.
In linea generale, se si pedala per puro piacere, non si notano grosse differenze rispetto alla media. Le vere qualità emergono nei rapidi cambi di direzione e lungo le curve veloci. Nel primo caso la sensazione è stata quella di raddrizzare più velocemente la bici per impostare una nuova traiettoria.
Per la seconda condizione la sensazione è quella di essere in controllo anche in caso di lieve correzione della traiettoria. Altre bici con rapporto stack-to-reach inferiore e forcella a steli dritti tendono di certo a essere meno clementi.
4 - Comportamento in pianura
È il terreno dove ho cercato le maggiori conferme non tanto sul piano della prestazione quanto piuttosto sulla resa del telaio.
Dopo aver messo alla prova a lungo la Dogma X mi aspettavo una bici meno docile. E invece...
Sono stato colpito dal comfort del telaio! Anche a basse velocità.
Le due bici sono state messe alla prova con ruote molto simili per altezza cerchio, sistema (tubeless) e larghezza canale. Senza dimenticare i medesimi pneumatici seppur di larghezza diversa (Continental Grand Prix 5000 S TR 32 mm Dogma X, 28 mm Dogma F). Questo elenco ha finito per restringere il campo verso il telaio.
Così per vederci chiaro ho chiamato Fausto Pinarello e per avere un'idea ancora più imparziale mi sono confrontato con un esperto del carbonio non collegato all'Azienda.
Sono emerse così altre considerazioni interessanti: la disposizione bidirezionale della fibra M40X, unita agli spessori ridotti e a una resistenza inferiore oltre a dare più margine di manovra in fase di laminazione (il carbonio lavora in due direzioni) agevola l'elasticità verticale senza compromettere la rigidezza. La bici risulta così più "morbida", ma non per questo meno rigida.
Pinarello Dogma F Dura Ace Di2: in conclusione
Epurato il contesto dallo status symbol che la Dogma F veicola, emerge il fatto che siamo di fronte ad un prodotto di alto livello. Lo testimonia la materia prima utilizzata.
La fatidica frase "non è per tutti" qui è da interpretare a doppio senso: il prezzo, da un lato, suona come una nota dolente, dall'altro c'è da chiedersi se serve davvero una Dogma F visto che la maggior parte delle sue egregie qualità emergono quando si è disposti a sfidare i propri limiti.
Se rimaniamo ancorati ad un uso ordinario (portare a spasso la bici) il divario tecnico rispetto ad altre bici persiste, ma non è così evidente. E quindi?
A conti fatti non ho una vera e propria risposta. E se allargo il raggio della valutazione a domande del tipo "serve davvero quella super macchina? Quell'orologio di lusso? E quell'abito di alta moda?" rischio di non venirne più fuori. La risposta la lascio a voi, o meglio, alle vostre gambe.
Perché comprarla
- - Fibra di carbonio Toray di ultima generazione
- - Comfort superiore rispetto ai telai di generazione precedente
- - Ampio intervallo taglie
- - Trasmissione della potenza elevata
Perché non comprarla
- - Prezzo elevato
- - Se la prestazione non è la priorità meglio orientarsi altrove
Per maggiori informazioni: pinarello.com
Qui sotto il primo episodio (da non perdere) della serie Fausto Talks. Retroscena, curiosità, coincidenze e tante emozioni dietro al progetto Espada.
Condividi con
Tags
Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.