Presentato alla vigilia del Tour de France 2024 (QUI la nostra news), il Rudy Project Rebel è l'ultimo casco dall'azienda trevigiana fondata nel 1985 da Rudy Barbazza.
Si tratta di un modello aperto, utilizzato dai pro' del team Bahrain Victorious, che mette al centro la ventilazione.
Rebel mutua diverse caratteristiche dall'Egos, presentato nell'estate 2022, ed eleva la qualità della scheda tecnica grazie all'impiego di una soluzione in fibra di carbonio misto Kevlar.
Rebel ed Egos pur condividendo le caratteristiche base della della struttura (EPS+policarbonato) e destinazione d'uso (racing) coesistono all'interno del catalogo Rudy Project 2025: l'obiettivo è quello di soddisfare un'ampia fetta di pubblico per via di un prezzo finale differente.
Ma andiamo a fondo.
Resistenza aerodinamica
Il casco Rudy Project Rebel non eccelle su questo terreno per via della calotta aperta. Tuttavia presenta un design più sinuoso e "morbido" rispetto all'Egos che a primo impatto restituisce un'immagine più spigolosa e articolata.
Osservando il casco sul piano frontale emergono linee più semplici che configurano una forma ovoidale che rispetto al suo predecessore concede più spazio al passaggio del flusso d'aria lungo tutta superficie superiore del cranio.
Non siamo in grado di dimostrare a livello empirico l'efficienza di questo modello, ma un cosa è certa.
Il Rebel migliora ulteriormente il passaggio del flusso nella zona superiore rispetto all'Egos. Ed una minor pressione finisce per ottimizzare l'aerodinamica dell'intera struttura.
Ventilazione
È il cavallo di battaglia del Rudy Project Rebel.
Il guscio in policarbonato con reticolo a V in Carbon Kevlar con finitura 3K configura una struttura a 22 fori. Dieci nella porzione frontale, 12 nella zona parietale.
Basta indossare il casco per notare davanti allo specchio le peculiarità dei questo casco. I sei canali interni vengono descritti da cinque ponti in EPS che di fatto diventano punti di appoggio per il cranio. Cranio che sembra "sospeso" all'interno della struttura visto che in concomitanza della porzione mediana passano ben cinque centimetri tra la testa e la superficie esterna.
Una lavorazione che è resa possibile dall'impiego del reticolo di rinforzo in fibra di carbonio misto Kevlar.
In sostanza pochi punti di contatto tra cranio e calotta con tanto spazio tra la semi cuffia antinsetto Bugstop (rimovibile) e l'esterno.
Comfort e protezione
L'imbottitura in microfibra fornita in doppia versione con rete anti insetto bugstop (configurazione di vendita) e standard (foto sotto) è tra le più piacevoli sul mercato e genera un "effetto camerino" in grado di conquistare già al primo impatto.
Dall'Egos viene mutuato lo snodo sotto orecchio Ergo Divider che descrive una V piuttosto ampia. Il cinturino viene sostanzialmente bloccato in un'asola: da un lato questo permette di eliminare i fastidi alle alte velocità, di contro il sistema non è così essenziale come su alcune proposte della concorrenza.
Le porte per l'alloggiamento degli occhiali sono appositamente indicate da un adesivo nella zona frontale.
Durante il test abbiamo utilizzato gli occhiali Rudy Project Kelion, quelli dei pro', ma con montatura color nero lucido e lenti ImpactX Photochromic 2 Laser Purple (trasmissione della luce 8,0% - 48,0%).
Capitolo sicurezza.
Il Rudy Project Rebel oltre a godere dell'omologazione europea CE EN 1078 condivide con Kask un protocollo test (RP Rotational Impact Test) dedicato agli impatti rotazionali (RP Rotational Impact Test) che analizza l'indice BrIC (Brain Injury Criteria) con valore limite di 0,68.
Impatti rotazionali che al momento, lo ricordiamo, non sono regolati da nessuna normativa internazionale.
Oltre alle classiche e indispensabili prove d'impatto a diverse velocità con diversi battenti (QUI tutti i dettagli) anche il Rebel viene sottoposto a test anti scalzamento per verificare la tenuta del sistema di chiusura che è caratterizzato dalla chiusura magnetica Fid Lock che lavora in sinergia con il sistema RSRMicro11 il quale apre e chiude l'anello interno attraverso l'azione su una rotella gommata.
Peso, prezzo e colorazioni
In taglia S-M (55-58 cm) Rudy Project comunica un peso di 250 gr. Sulla bilancia abbiamo rilevato 266 gr.
Non è leggerissimo per essere un casco aperto visto che in commercio ci sono caschi che fermano l'ago della bilancia a poco più di 200 gr.
299,90 euro il prezzo di listino.
A conti fatti in linea con la concorrenza. L'unica nota stonata è che a qualche euro in meno un ciclista appassionato può portarsi a casa il medesimo oggetto utilizzato da noti Campioni del ciclismo moderno. Questa sfumatura piaccia o no può far la differenza.
Tre le opzioni colore a catalogo: Black Matte e White Matte (con finitura opaca) e Red Comet Shiny con finitura lucida.
Rudy Project Rebel: come va?
In procinto d'indossare il casco è impossibile non notare l'insolita forma della calotta: più tondeggiante rispetto alle tradizionali forme ovoidali.
L'anello che apre e chiude il sistema RSRMicro11 risulta così non aderente alla struttura in EPS lungo i fianchi.
Queste zone di vuoto nella porzione mediana e posteriore (ci passa un indice) configurano una calzata differente rispetto al solito e agevolano il passaggio dell'aria anche in quelle aree che di solito sono quasi a diretto contatto con il casco.
La conferma della Airframe Technology con uno spoiler che convoglia l'aria e stacca la fronte dal casco sembra collocarsi in linea con la visione progettuale.
La rotella micrometrica offre scatti non molto accentuati il cui intervallo in fase di chiusura è più ampio rispetto ad altri marchi. Nulla di grave, di sicuro cambia l'approccio rispetto alle rotelle più "secche" a regolazione ravvicinata della concorrenza.
Su strada il reticolo Carbon Kevlar 3K oltre ad essere una sorta di armatura che avvolge il cranio diventa un alettone che convoglia e mantiene il flusso lungo la struttura.
La presenza di zone ampie tra i fori con tanto spazio nelle tre dimensioni tra superficie della testa e superficie esterna favorisce decisamente la dissipazione del calore con temperature torride. Una qualità che non fa rimpiangere caschi più leggeri, ma dotati di zone più ristrette.
Per via di questa costruzione se siete a cavallo tra due taglie meglio optare per la misura più piccola.
Il guscio in policarbonato è di sicura qualità e pur avendo in mano una tonalità nera non ho avvertito particolari surriscaldamenti come in altri casi.
Con temperature attorno i 5°C il casco rimane apprezzabile con o senza sottocasco. Al di sotto va in sofferenza rispetto a strutture semi chiuse per ovvi motivi.
Un paio di considerazioni finali dopo aver provato anche l'Egos e diversi caschi Rudy Project a partire dai primi anni 2000. L'azienda trevigiana ha mantenuto di sicuro una sua identità, non così minimalista rispetto ad altri marchi.
C'è da chiedersi quindi se è tutto veramente indispensabile a partire dall'Ergo Divider fino a determinati spessori che forse potrebbero essere ulteriormente ridotti puntando ancora di più su materiali e sistemi di rinforzo di ultima generazione.
L'inserimento degli occhiali Kelion attraverso l'apposita porta frontale non è del tutto agevole. Visto l'ecosistema descritto da Rudy Project è un punto da tenere presente per il futuro.
In conclusione
Rudy Project Rebel è un casco aperto di sicuro valore che rispecchia l'identità del marchio trevigiano e le ultime tecnologie in gran parte riprese dal precedente modello: l'Egos.
Rebel ne eleva però le qualità in termini di materiali e ventilazione. Il risultato è una struttura più semplice con ampie zone di dissipazione del calore protette dal reticolo Carbon Kevlar 3K.
Non è leggerissimo, è lievemente più caro rispetto alla concorrenza. Allo stesso tempo in termini di ventilazione non fa rimpiangere caschi della concorrenza più leggeri di 50 gr.
C'è cura in ogni dettaglio e la voglia di proporre qualcosa di unico e diverso.
Eppure un volta in mano viene da chiedersi se non si possa fare a meno di qualcosa.
Qualche tocco d'essenzialità combinato a linee più regolari potrebbero dare ancora più filo da torcere alla concorrenza.
Con i Campioni a fare il resto, ovviamente...
Per maggiori informazioni: rudyproject.com
QUI tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Rudy Project.
Qui sotto il test del casco Egos.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.