TEST - Specialized Turbo Creo 2 Comp E5: la parola d’ordine è divertimento

Nicola Checcarelli
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TEST - Specialized Turbo Creo 2 Comp E5: la parola d’ordine è divertimento

Nicola Checcarelli
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La Specialized Turbo Creo 2 è l’evoluzione della Turbo Creo SL lanciata nel 2019 ed è pensata per un uso molto trasversale, dalla strada al gravel. La Specialized Turbo Creo 2 Comp E5, introdotta nella primavera 2024, è la versione d’ingresso a questa piattaforma. 

E’ dotata di telaio in alluminio E5 anziché in carbonio, ma sfrutta lo stesso, nuovo sistema di assistenza delle “sorelle maggiori” in carbonio, cioè lo Specialized SL 1.2. 
E’ un po’ meno raffinata, ma anche meno costosa, con prestazioni che non hanno troppo da invidiare ai modelli di gamma più alta, come vi abbiamo raccontato nel video qui sotto, realizzato dopo diverse settimane d’utilizzo:

1- Dettagli tecnici

– Geometria

L’impostazione è quella che è lecito attendersi da una bici di questo genere, cioè orientata al comfort e alla facilità di guida. 

Le geometrie sono simili, ma non identiche rispetto ai modelli con telaio in carbonio. In particolare, il carro posteriore è 0,5 cm più lungo e l’angolo di sterzo è leggermente più chiuso.
Lo stack è molto pronunciato per consentire un’impostazione rilassata sul manubrio. Il reach non è cortissimo, perché pensato per essere abbinato ad un attacco corto.

Le misure tra cui scegliere sono 6, dalla 49 alla 61, non poche per una bici a pedalata assistita. Qui sotto trovate la tabella taglie nel dettaglio:

– Assetto in sella

Sono alto 183 cm, pedalo a 77,5 cm di altezza sella e, come sempre quando si parla di Specialized, ho utilizzato una taglia 56, su cui mi sono trovato subito a mio agio. Potenzialmente avrei potuto pedalare anche su una 58, ma per il mio stile di guida questa misura avrebbe avuto un tubo sterzo troppo alto.

– Cura costruttiva

La Specialized Turbo Creo 2 Comp E5 è una bici che bada al sodo, con soluzioni tecniche orientate prima di tutto all’efficienza e all’affidabilità. 

Niente passaggio cavi integrato, niente serraggio sella nascosto, ma di contro troviamo una perfetta integrazione di batteria e motore (che tra l'altro ha dimensioni molto contenute), un passaggio ruota fino a 47 mm (che ne amplia gli orizzonti d’uso), un robusto batticatena e pulsanti remoti sul manubrio per gestire i livelli di assistenza. Tutti dettagli che migliorano l’esperienza d’uso e che si sposano bene con il pubblico potenziale di questa bici, che non è necessariamente di ciclisti evoluti.

Detto questo, è pur sempre una Specialized e quindi ha il suo appeal dal punto di vista emozionale ed estetico, anche in considerazione del fatto che ad una prima occhiata non è poi così facile distinguerla dalle versioni in carbonio.

– Componentistica utilizzata

Il cuore di questa bici è il nuovo sistema di assistenza Specialized SL 1.2, lo stesso montato sulle bici con telaio in carbonio.

Il motore collocato sul movimento centrale ha una potenza di picco di 320 watt, con una coppia massima di 50 Nm, contro i 240 watt e 35 Nm della versione precedente. Un’evoluzione che si sente soprattutto nei tratti più ripidi e nelle ripartenze da bassa velocità.

La batteria è posizionata all’interno del tubo obliquo e ha una capienza di 320 Wh, che può arrivare a 480 Wh con l’uso del range extender (non in dotazione).

I livelli di assistenza sono 3 (Eco-Sport-Turbo), completamente personalizzabili, da gestire tramite i pulsanti remoti posizionati sul manubrio o tramite un ciclocomputer compatibile.
Il peso dichiarato del sistema completo (motore + batteria) è uno dei più contenuti sul mercato: 3,95 kg.

Il resto della componentistica è perfettamente in linea con la bicicletta, dunque funzionale, ma non troppo costoso.

Gruppo Sram Apex 1x12 meccanico, ruote DT Swiss G540 e gomme Pathfinder Pro 2Bliss Ready 700x38. Questo pneumatico non è la scelta migliore per un fondo specifico, ma si comporta piuttosto bene ovunque e quindi rappresenta un'opzione ideale su una bici che prima di tutto vuole essere versatile e divertente.

Un cenno lo merita anche il manubrio Specialized Adventure Gear Hover con 12° di flare: è in alluminio, ma abbinato al nastro manubrio Supacaz Suave offre un'ottima capacità di assorbimento e ha un’ergonomia veramente azzeccata.

Il sistema Future Shock 3.1 (foto sotto) collocato sotto l’attacco fa il suo lavoro e riduce le vibrazioni che arrivano alle braccia del ciclista. Avrei preferito la versione 3.3 bloccabile che si trova sui modelli top di gamma? Certo, ma comprendo che delle differenze con questi modelli ci devono pur essere. Se volete saperne di più sulle diverse versioni di Future Shock vi rimandiamo a questo articolo.

– Autonomia batteria

Quando si parla di autonomia è sempre difficile fornire un dato oggettivo, perché il valore è influenzato da tanti parametri. Io vi riporto la mia esperienza, maturata con la sola batteria centrale, dunque senza range extender.

Peso 67 kg  e con il preset Universal impostato dall’azienda, su percorso con fondi asfaltati e sterrati scorrevoli, con un uso molto morigerato sono arrivato fino a 2.500 mt di dislivello. Usandolo in maniera più brillante si scende sui 2.000-2.100 mt. 

Questi valori calano fino a 1.500-1.600 mt se si utilizza la bici su percorsi gravel più impegnativi. Il motivo è semplice: su sterrato, anche in pianura, è più difficile mantenere una velocità superiore ai 25 km/h orari e dunque il motore rimane attivo più a lungo. 

Per chi vuole farsi lunghi giri gravel in montagna, e magari non è molto allenato, il suggerimento è di dotarsi del range extender.

– Interfaccia App e personalizzazioni

La nuova App di gestione Specialized è semplice e intuitiva. Permette di personalizzare le tre mappe fornite dalla casa (Battery Friendly, Universal e Racing), senza però poterne creare di nuove.

I parametri su cui lavorare sono due.
Sull’asse orizzontale è possibile regolare il supporto fornito dal motore in proporzione ai watt erogati dal ciclista. Un valore vicino a 100 fornirà maggiore assistenza a fronte di uno sforzo minore, ergo, meno fatica, ma pedalata meno naturale. Questo parametro nell’App è indicato come Cadenza, ma in realtà è un errore o una semplificazione della traduzione, che Specialized modificherà a breve, perché nulla ha a che fare con la cadenza di pedalata e può mettere l’utente un po’ in confusione.

Sull’asse verticale si agisce sulla potenza di picco del motore, a prescindere dal valore impostato sull’asse orizzontale e dai watt erogati dal ciclista. Una minore potenza del motore migliora l'autonomia e consente una maggiore differenziazione tra le modalità.
Se volete saperne di più sulle funzionalità dell’App Specialized vi invitiamo a dare un’occhiata a questo link.

– Peso bici

La Specialized Turbo Creo 2 Comp E5 in taglia 56, senza pedali, pesa 15,3 kg. Considerando che l’allestimento è prevalentemente orientato al gravel, il rapporto peso/prezzo non è male.

Per darvi un’idea, la versione Comp in carbonio, che costa 1.400 euro in più, ha un peso dichiarato di 14,47 kg.

– Prezzo

La Specialized Turbo Creo 2 Comp E5 di listino costa 4.600 euro.
Considerando che si tratta di una Specialized, e tenendo conto delle ottime prestazioni, è un prezzo competitivo.

– Garanzia sul telaio

Specialized garantisce i telai e le forcelle a vita, esclusivamente per il primo proprietario, previa registrazione della bicicletta.
Motore, batteria e verniciatura hanno una garanzia di due anni.

2 – Pedalata ed erogazione di potenza in salita

La naturalezza della pedalata dipende molto dal livello di assistenza selezionato e, ancor di più, dalle impostazioni delle mappe effettuate con l’App.

La pedalata rimane sempre fluida, ma forzando al massimo i livelli di supporto e potenza di picco di cui abbiamo parlato nel paragrafo dedicato all’App, si ha un grande assistenza da parte del motore anche senza spingere molto sui pedali. Questo potrebbe piacere ai principianti, che così possono affrontare anche i tratti più ripidi senza molta fatica, ma va a scapito della naturalezza.

Per ottenere una pedalata più naturale, proporzionale alla spinta del ciclista, il mio consiglio è di non esagerare con il valore del supporto (asse orizzontale), mantenendo più alta la potenza di picco (asse verticale), almeno per i livelli Eco e Sport. Con questa configurazione l’assistenza del motore non è troppo invasiva, ma potrete comunque sfruttare al massimo la potenza se spingete forte sui pedali.
Alla fine tutto dipende dal livello di allenamento e dalle necessità di ogni ciclista.

La rumorosità è più contenuta della versione precedente ed in linea con i migliori sistemi oggi sul mercato. Se siete curiosi, ve l’abbiamo fatta sentire al minuto 2:00 del video.

3 – Comportamento in discesa

La bici non è leggerissima e si sente, nel bene e nel male…
Per chi è abituato ad una bici “normale”, più leggera, all’inizio sarà necessario abituarsi ad un comportamento meno dinamico: la bici è meno agile nei cambi di direzione e tende ad allargare un po’ le curve.

Di contro, il peso maggiore, in gran parte collocato nella zona bassa del telaio, offre tanta stabilità in più una volta impostata la traiettoria, sia su asfalto che su sterrato. La sensazione di sicurezza è notevole e questo potrebbe essere un plus per un pubblico non particolarmente esperto.

4 – Comportamento in pianura

A sorprendere è la fluidità di pedalata oltre i 25 km/h. Il trascinamento non si sente e senza essere super allenati, su asfalto, si può procedere ad una velocità di crociera di 28-30 km/h, che possono diventare 33-34 km/h se si pedala a ruota. 
Ovvio, a queste velocità se si vuole fare un’accelerazione sono dolori, ma la Turbo Creo 2 non è pensata per questo.

Ho apprezzato particolarmente anche la gradualità con cui il motore riduce l’assistenza quando ci si avvicina ai 25 km/h (sia verso l'alto che verso il basso), accompagnando il ciclista fino a 26-27 km/h. Un comportamento che rende la pedalata ancora più naturale e che aiuta molto nei tratti di falsopiano.

Specialized Turbo Creo 2 Comp E5: in conclusione

La Specialized Turbo Creo 2 Comp E5 è una bici a pedalata assistita molto interessante e “intelligente”. Brilla sopratutto per rapporto prestazioni/prezzo, grazie al sistema di assistenza Specialized SL 1.2 di cui sono dotate anche le bici più costose della gamma.

Rispetto ai modelli in carbonio il peso è più elevato, ma la differenza non è esagerata. Nonostante il telaio d’alluminio il comfort è più che buono grazie al Future Shock e alle gomme di sezione generosa. A tal proposito, io utilizzerei pneumatici tubeless un po’ più larghi, dato che la vedo più orientata all’uso gravel che a quello stradale. In realtà, però, ci si può fare un po’ di tutto ed è questo il suo vero punto di forza.

E’ un mezzo ideale per avvicinarsi al marchio Specialized senza spendere cifre impossibili. E anche per chi desidera iniziare con l’elettrico con lo stesso obiettivo, ma senza sacrificare la qualità. Perfetta per divertirsi, esplorare nuovi percorsi e, perché no, anche viaggiare.

Se potete rinunciare al valore simbolico ed emozionale del telaio in carbonio e della scritta S-Works, in tutta onestà vi consiglieri molto più questo modello piuttosto che le versioni top di gamma.

Perché comprarla

  • - Ottimo rapporto prestazioni/prezzo
  • - Versatilità d'uso
  • - Fluidità e naturalezza di pedalata

Perché non comprarla

  • - Il telaio in alluminio è meno raffinato delle versioni in carbonio. Ma il carbonio vi serve davvero?
  • - Peso complessivo discreto, ma ci sono modelli più leggeri

Per maggiori informazioni: specialized.com/turbo-creo

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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