TEST - Trek Madone SLR 7: sempre velocissima, ma meno estrema

Nicola Checcarelli
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TEST - Trek Madone SLR 7: sempre velocissima, ma meno estrema

Nicola Checcarelli
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Dopo il breve test effettuato l’anno scorso all’interno dell’Autodromo di Misano Adriatico, finalmente abbiamo avuto la possibilità di provare la nuova Trek Madone SLR di settima generazione per più tempo e in condizioni “reali”. Nello specifico abbiamo testato la versione SLR 7, cioè quella montata con Shimano Ultegra Di2 12v e ruote Bontrager Aeolus Pro 51.

Test Trek Madone SLR

Come sintetizzato nel titolo, la Madone SLR rimane una bici pensata per la velocità e l’agonismo, ma grazie ad un significativo pacchetto di aggiornamenti, ora strizza l’occhio ad una fetta di pubblico decisamente più ampia.
Intendiamoci, è sempre una bici molto aggressiva, ma risulta più versatile e facile da guidare. Oltre che molto più leggera.

Al di là dell’estetica, che non passa di certo inosservata, gli aspetti tecnici da approfondire sono tanti. Ne abbiamo parlato nel video qui sotto, ma poi in maniera ancora più dettagliata nel proseguo dell’articolo…

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1 – Dettagli tecnici telaio

– Geometrie: 9,5
Le geometrie sono identiche a quelle della Trek Emonda SLR, da competizione ma non tra le più estreme. A mio avviso sono molto equilibrate per una bici di questa categoria.

In taglia 56 il reach misura 39,1 cm mentre lo stack è di 56,3 cm, dunque risulta più alta e corta rispetto ad altri modelli aero. L’angolo del tubo piantone è di 73,3°, mentre quello dello sterzo è di 73,5°. Il carro posteriore misura 41 cm.
Le taglie disponibili sono 8.

Qui sotto la tabella taglie completa:

NUOVA TREK MADONE 22

– Assetto in sella: 8,5
Sono alto 183 cm e pedalo con la sella a 77,5 cm.
Per il test ho usato una misura 56, che è quella che di consueto utilizzo con la Emonda, ma come con tutti i modelli Trek avrei potuto optare anche per una 58, visto che le bici sono piuttosto raccolte. In questo secondo caso sarei stato più disteso, ma con un minore dislivello sella/manubrio.

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Le uniche differenze sensibili rispetto alla Emonda riguardano il reggisella e il manubrio. Tutti i modelli Madone SLR montano di serie un reggisella dritto, che porta ad avere una posizione più aggressiva e carica sull’anteriore.

Il nuovo manubrio Madone si caratterizza per un flare molto accentuato, cioè la parte bassa della piega che è ben 3 cm più larga rispetto alla presa alta. Questo permette di essere più aerodinamici quando si tengono le mani sulle leve, senza sacrificare la guidabilità in discesa. Personalmente mi è piaciuto molto, ma è importante scegliere la misura giusta per trovare il compromesso corretto tra comfort e prestazioni.

Test Trek Madone SLR

Test Trek Madone SLR

Reggisella dritto e manubrio con parte alta stretta incidono sull'assetto in sella, invitando a mantenere una posizione più aerodinamica, per chi può...

– Cura costruttiva: 10
Le bici Trek di alta gamma si distinguono per la cura dei dettagli e la Madone SLR rappresenta la punta di diamante in questo senso.

Il telaio è realizzato in carbonio OCLV 800, il più pregiato attualmente a disposizione dell’azienda americana. E’ disponibile solo per freno a disco e predisposta esclusivamente con gruppi elettromeccanici.

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Il movimento centrale ha standard T47 e la bici è compatibile sia con trasmissioni 1x che 2x.

Il passaggio cavi, come ormai di consueto sulle bici aero, è completamente nascosto, così come il serraggio sella.

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Tra le modifiche più evidenti rispetto al modello precedente, oltre ad una revisione delle forme dei tubi e all’introduzione del nuovo manubrio, c’è il sistema IsoFlow. Si tratta di un vero e proprio foro posizionato sotto al tubo reggisella, che ha preso il posto del “vecchio” IsoSpeed.

Test Trek Madone SLR

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L’IsoFlow svolge una duplice funzione:

  • migliora l’aerodinamica in una zona del telaio in cui si generano parecchie turbolenze;
  • aumenta il comfort poiché, lavorando in sinergia con la laminazione del carbonio usata per il tubo orizzontale e per il tubo sella, consente al reggisella di flettere leggermente, assorbendo le asperità del terreno. E’ difficile quantificare oggettivamente il miglioramento, ma nel complesso la bici risulta più comoda della versione precedente.

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Il tutto con un risparmio di peso notevole rispetto all’IsoSpeed. Nel complesso, tra telaio, forcella, manubrio e reggisella la riduzione di peso è quantificata in circa 300 grammi.

L’eliminazione dell’IsoSpeed, inoltre, ha permesso di rendere più semplice e funzionale il serraggio sella: un miglioramento non banale.

Il passaggio ruota massimo consigliato è di 700×28.

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Il serraggio sella è più semplice e funzionale rispetto alla versione precedente

– Componentistica utilizzata: 9
La Trek Madone SLR 7 è equipaggiata con componenti di ottima qualità, anche se non top di gamma.

Il gruppo è lo Shimano Ultegra Di2 8100, di cui abbiamo già parlato spesso e sempre bene, in quanto ha poco da invidiare al più pregiato Dura Ace, ma con un prezzo inferiore. Ragionata, al contrario di come accade piuttosto spesso, anche la scelta dei rapporti in relazione alla tipologia di bici. Il 52-36 anteriore, abbinato all’11-30 posteriore, infatti, mi sembra davvero una scelta corretta. Da notare che anche la lunghezza delle pedivelle varia in base alla taglia.

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Test Trek Madone SLR

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I dischi sono da 160 mm sia all’anteriore che al posteriore.

Perfetta per l’indole corsaiola della bici è anche la scelta delle ruote ad alto profilo.
Nello specifico troviamo le Bontrager Aeolus Pro 51 TLR, con canale interno da 23 mm. Sono più pesanti rispetto alle Aeolus RLS 51 e utilizzano mozzi meno pregiati, ma rappresentano comunque un prodotto più che valido. Sono montate di serie con camera d’aria e copertoncino Bontrager R3 700x25. L’uso di una gomma tubeless leggermente più larga, a mio avviso, può portare una serie notevoli di vantaggi, soprattutto in termini di comfort e guidabilità.

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Firmata Bontrager è anche la sella Aeolus Elite da 145 mm.

Concludiamo con il manubrio Madone, che nella taglia 56 viene proposto con una lunghezza dell’attacco di 100 mm, una larghezza di 420 mm nella parte bassa e di 390 mm in quella alta.  Il drop è da 124 mm, mentre il reach è di 80 mm. 

Come già anticipato nel video si tratta di un componente che ho apprezzato molto. A mio avviso risulta molto più comodo ed ergonomico rispetto a quello della Emonda SLR, ma è chiaro che in questo ambito c’è anche il feeling soggettivo.

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– Peso bici: 8
La bici in taglia 56, senza pedali, è di 7,7 kg.
Il voto, ovviamente, tiene conto del fatto che si tratta di una bici aero e che l’equipaggiamento non è top di gamma. Non badando a spese si può arrivare poco sopra i 7 kg. E’ chiaro che se la leggerezza è la vostra prima necessità, rimanendo in casa Trek dovrete orientarvi sulla Emonda SLR.

– Prezzo: 5,5
La Trek Madone SLR 7 con Ultegra Di2 costa 10.999 euro.
Davvero tanto in relazione all’equipaggiamento, ma chi sceglie Trek non lo fa di sicuro per il prezzo…

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– Garanzia sul telaio: 10
I telai Trek sono garantiti a vita, ma esclusivamente per il primo acquirente e previa registrazione sul sito.
Attraverso il programma Trek Carbon Care c’è anche la possibilità di ottenere uno sconto su un telaio o componente sostitutivo danneggiato, se non coperti da garanzia.

Voto finale (da 1 a 10): 8,71

Test Trek Madone SLR

2 – Comportamento in salita

Non è una bici da salita, ma la cura dimagrante e l’incredibile rigidità strutturale l’hanno resa molto più divertente e piacevole pure su questo terreno. Va bene sul passo, ma è estremamente reattiva anche nei rilanci.
Non è un caso, infatti, che molti Pro’ la scelgano anche per le tappe vallonate e di media montagna.

L’unico limite, come è facile immaginare, è legato al peso e si sente soprattutto quando si scende parecchio di velocità nei tratti ripidi.

Voto finale (da 1 a 10): 9

Test Trek Madone SLR

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La rigidità del telaio è pazzesca e si apprezza soprattutto quando ci si alza sui pedali, anche in salita

3 – Comportamento in discesa

Le geometrie sono identiche alla versione precedente, ma l’ho trovata sin da subito un po’ più facile da guidare. Immagino che la differenza sia da attribuire ad una diversa laminazione del carbonio e, forse, al nuovo manubrio.

Intendiamoci, è sempre una bici che va guidata con una certa decisione, ma la precisione in inserimento di curva e la stabilità nel mantenere le traiettorie permettono di prenderci confidenza piuttosto rapidamente.

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Test Trek Madone SLR

La rigidità della struttura, unita alle ruote ad alto profilo, possono creare qualche difficoltà in tutte quelle situazioni in cui serve maggiore sensibilità, come asfalto viscido o curve con fondo sconnesso.

Per chi non ha un gran manico il consiglio è di passare a gomme tubeless con sezione 700x28: vi posso assicurare che il miglioramento in termini di sicurezza e feeling di guida è sostanziale.

Voto finale (da 1 a 10): 8,5

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4 – Comportamento in pianura

In pianura è una bici incredibile, anche per un ciclista come me, cioè non esattamente un passista.
E’ disarmante la velocità con cui si accelera e la facilità con cui si mantengono velocità oltre i 30 km/h senza troppo sforzo. 

Rispetto alla versione precedente è più divertente anche a velocità non esagerate, anche se offre il meglio di sé dai 35 km/h in su. Più spingi e più ti invita a farlo, per questo a godersela in pieno saranno soprattutto i ciclisti più allenati.

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Il comfort non è esattamente il suo punto di forza, ma è innegabile che c’è stato un bel miglioramento rispetto alla generazione precedente. Se poi volete renderla davvero piacevole sulle lunghe distanza, ancora una volta, il consiglio è di passare a gomme tubeless più larghe. Sarò monotono, ma su bici di questo genere la differenza è sostanziale… 

Voto finale (da 1 a 10): 10+

VOTO COMPLESSIVO (da 1 a 10): 9,1

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Test Trek Madone SLR

Trek Madone SLR 7: in conclusione

La Trek Madone SLR 7 è incredibilmente rigida e veloce, ma risulta più leggera, comoda e guidabile rispetto alla versione precedente. Nel complesso, dunque, il miglioramento è da considerarsi molto significativo.

Certo, rimane una bici pensata in primo luogo per gli agonisti e per chi mette le prestazioni al primo posto, ma rispetto alla generazione 6 può risultare più piacevole per una fetta di utenti più ampia.

Superate le due ore di pedalata la rigidità e la posizione piuttosto “carica” sull’anteriore si fanno sentire, ma come già ricordato più volte, con un tubeless 700x28 si possono ottenere miglioramenti sostanziali in termini di facilità di guida e comfort. La scelta dipende essenzialmente dalle esigenze dell’utente finale.

Il vero limite rimane il prezzo, poiché a parità di allestimento è una delle bici più costose sul mercato.

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Perché comprarla

  • Impressionante rigidità strutturale e facilità di mantenere alta la velocità
  • Cura dei dettagli di altissimo livello
  • Ergonomia del nuovo manubrio, che rappresenta un ottimo equilibrio tra prestazioni e comfort

Perché non comprarla

  • Prezzo molto elevato in relazione alla componentistica
  • Impegnativa sulle lunghe distanze, anche se più comoda rispetto alla versione precedente

Per maggiori informazioni: trekbikes.com

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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