Unzue e le sostituzioni dei corridori nei Grandi Giri. Ma il discorso è più ampio…

Nicola Checcarelli
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Unzue e le sostituzioni dei corridori nei Grandi Giri. Ma il discorso è più ampio…

Nicola Checcarelli
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Da ieri stanno facendo molto discutere le dichiarazioni di Eusebio Unzue relative alle sostituzioni dei corridori infortunati durante i Grandi Giri.
Una proposta “rivoluzionaria”, ma che in realtà è stata formulata all’interno di un discorso molto più ampio che merita la giusta considerazione, poiché riguarda il futuro del ciclismo.
I grandi campioni di questa generazione ci stanno facendo divertire come non mai, ma questo non deve far perdere di vista alcune problematiche, specie quelle legate alla sostenibilità economica del nostro sport.
Argomenti non semplici, su cui proviamo a fare alcune riflessioni.

Unzue sostituzioni corridori

Eusebio Unzue è uno dei Team Manager più esperti in gruppo. Foto Team Movistar

Unzue è uno dei manager più esperti attualmente in gruppo. Ha iniziato la sua carriera negli anni ’80, guidando poi al successo Delgado, Indurain e Olano prima di avviare la lunga epopea del Team Movistar.

Penso che il ciclismo sia lo sport più conservatore - ha esordito Unzue -  Tutti gli sport si sono evoluti, mentre noi continuiamo a fare le stesse cose che facevamo 40 anni fa, quando ho iniziato la mia attività. Da allora le regole del ciclismo sono cambiate poco e penso che sia necessario adattarsi alle nuove necessità. Bisogna rendere i regolamenti… beh, non sono sicuro che sia corretto dire ‘più umani’, ma certamente dovrebbero essere meno brutali”.

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Foto facebook.com/letour – Gruber Images

“Oggi un corridore che cade durante una tappa di un Grande Giro per provare a ripartire il giorno dopo deve fare 60, 80 o più km magari con un osso rotto perché potrà sostenere gli esami del caso solo una volta arrivato, dopo aver sofferto come un animale.
Se un corridore è caduto e si è fatto male non è motivo sufficiente per farlo salire in ambulanza e fare i controlli del caso?
Sarà classificato con il tempo dell’ultimo arrivato, in modo che non possa trarre vantaggi, e se il giorno successivo sarà in condizione di ripartire potrà farlo”.

Diciamo la verità, la sofferenza è uno degli elementi che ha contribuito a creare l’epica dello sport, probabilmente è uno degli aspetti che distingue il ciclismo da altre discipline e che ce lo fa amare così tanto. Ne avevamo parlato nell'articolo qui sotto:

Il ciclista in strada e l’arte di essere fragili

Tuttavia, se ragioniamo con buon senso, è difficile non condividere la proposta di Unzue. Sarebbe un modo per tutelare la salute, ma anche gli interessi dei team e del corridore…

Solo dopo Unzue ha parlato della sostituzione dei corridori nei Grandi Giri, ma a determinate condizioni: “Se un corridore è costretto al ritiro, perché non consentiamo le sostituzioni, almeno nella prima settimana di un Grande Giro? Tutte le squadre per una corsa a tappe preparano 10 o 12 atleti e solo all’ultimo momento selezionano la formazione definitiva. Non deve essere un cambio tecnico o tattico, ma se c’è un infortunio questo permetterebbe alla squadra di continuare con 8 corridori”.

Qui la faccenda si fa più delicata, ma è evidente che Unzue ragiona da Team Manager che tutela gli interessi, anche economici, di una squadra.
Non è un proposta da scartare a priori, ma sicuramente richiederebbe una regolamentazione severa per evitare che qualche team ne possa trarre vantaggio (sostituire un corridore poco in forma, con uno quantomeno più fresco). Chi determina le condizioni che giustificano un ritiro? In che modo viene inserito il sostituto nella classifica generale?

Unzue sostituzioni corridori

Mas è stato costretto al ritiro nella prima tappa del Tour 2023 a causa di una caduta. Mesi di lavoro buttati e un danno per la squadra

Il team manager spagnolo ha speso qualche parola anche sul progetto della cosiddetta “Superlega” che è salito alla ribalta qualche settimana fa e che interesserebbe un Fondo di Investimento dell’Arabia Saudita.

“Ci sono preoccupazioni da parte delle squadre, che stanno comprensibilmente pensando al futuro del ciclismo. Vogliamo scoprire altre strade per renderci un po’ più competitivi nella giungla dello sport.
Al momento non possiamo fornire dettagli data la fase di sviluppo in cui si trova il progetto, ma penso che sia importante tenerlo presente e vedere le reazioni delle persone che potrebbero essere interessate”.

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Movistar in azione durante il Tour 2024. Foto Team Movistar, Tim de Waele/Getty Images

Questo tema è forse il più complesso. La tradizione è un elemento cardine del ciclismo. Di contro, è indispensabile guardare avanti per garantire una maggiore stabilità economica e aumentare l’appeal del nostro sport, soprattutto tra i giovani. I team di alto livello necessitano di budget sempre più alti, ma rimangono in piedi solo grazie agli sponsor. Un equilibrio molto precario, che non garantisce vere e proprie strategie a lungo termine.

Al momento non conosciamo i dettagli del progetto One Cycling, la cosiddetta Superlega, dunque non possiamo esprimerci. Su una cosa, però, siamo d’accordo con Unzue: il ciclismo ha bisogno di cambiamenti e ben vengano proposte innovative e dibattito.

Foto d'apertura Eurosport 

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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