Viaggiare in bikepacking: ecco le nostre scelte per il Tuscany Trail

Silvia Marcozzi
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Viaggiare in bikepacking: ecco le nostre scelte per il Tuscany Trail

Silvia Marcozzi
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Se avete un po’ di familiarità con il gravel avrete quasi certamente sentito parlare del Tuscany Trail. Si tratta di un evento che ha raggiunto una notorietà tale da essere considerato ad oggi uno dei più importanti al mondo.

Quest’anno abbiamo deciso di andare a vedere di persona cosa lo rende così speciale e di raccontarvelo sul nostro sito e sui nostri canali social. A pochi giorni dalla partenza del 24 maggio vi mostriamo la bici che abbiamo scelto per affrontare il percorso e come l'abbiamo allestita. Uno spunto che può tornare utile per tutti coloro che hanno intenzione di cimentarsi in un trail o di viaggiare in bikepacking.

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Il Tuscany Trail: avventura, non gara

Il Tuscany Trail non è una gara di gravel, ma un evento che nasce nel pieno rispetto dello spirito originario di questa disciplina. L’avventura, la scoperta del territorio, il contatto con la natura e l’esplorazione lenta sono le ragioni che animano i partecipanti.

Il percorso misura poco meno di 500 km per oltre 6.000 metri di dislivello e quest'anno si chiude ad anello sulla località di Castagneto Carducci.

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Foto: Tucany Trail

La nostra intenzione è di percorrerlo con il giusto ritmo che ci consenta di chiuderlo in pochi giorni, ma godendoci il viaggio con soste per ammirare il panorama, conoscere i borghi che attraverseremo e goderci il buon cibo e il vino toscani.

Con queste premesse la nostra scelta per il mezzo è caduta abbastanza naturalmente su una bici che nasce proprio per questo tipo di utilizzo. La Wilier Adlar, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo e che abbiamo testato proprio sui sentieri toscani di Punta Ala (video qui sotto), sembra avere infatti le caratteristiche ideali per questa avventura.

Una bici pensata per viaggiare in bikepacking

Pensata per l'avventura e il bikepacking, la Wilier Adlar è una bici che promette comfort e capacità tecniche utili ad affrontare gli sterrati variegati del Tuscany Trail. Il tutto con un peso comunque contenuto.

La versione che abbiamo ricevuto in dotazione da Wilier è la C7 nella colorazione lime/black glossy, con trasmissione Shimano GRX monocorona a 12 velocità con cassetta 10-51 e guarnitura da 40.

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Poche le modifiche apportate rispetto all’allestimento standard per prepararci al Tuscany Trail. Le taglie della Wilier Adlar sono molto abbondanti, anche in ragione della geometria di questa bici che ricorda molto quella di una mtb, con reach generoso e angolo sterzo piuttosto aperto (70°). Io ho scelto una S.

Misure e geometrie

Sulle bici da viaggio tendo a scegliere misure anche un poco più grandi di quella che sarebbe giusta per me, per ragioni di comfort e anche per avere maggiore spazio per l’equipaggiamento.

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La Wilier Adlar dà subito prova di essere una bici pensata proprio per questo utilizzo. Sono 160 cm e pedalo con un'altezza sella di 65,5 cm. Mi sarebbe stata sufficiente addirittura una XS, dato che già la sua conformazione tiene conto degli aspetti di comodità e spazio.

Per adattarla al meglio alle mie misure ho tolto i due spessori dello sterzo portandola ad un’altezza più adeguata. Nelle uscite che sono riuscita a fare non l’ho potuta testare su terreni tecnici e su lunghe discese, dove sono molto curiosa di vedere come si comporterà.

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La scelta degli pneumatici

La bici che mi è stata fornita montava gomme tubeless Pirelli Cinturato Gravel H da 50 mm, pneumatici resistenti e adatti a fondi compatti. Conoscendo un po’ il terreno del Tuscany ho pensato di optare per una gomma sempre generosa, ma un po’ più stretta per rendere la bici più agile.

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La mia scelta è caduta su delle Pirelli Cinturato Gravel M da 45 mm. Pensate per una varietà di terreni, dovrebbero garantirmi un buon compromesso fra scorrevolezza e grip. Lo si intuisce dal disegno del battistrada, che unisce una parte centrale più continua e scorrevole ad una bella tassellatura di altezza e densità media che sarà sicuramente d'aiuto sui fondi più scivolosi.

La mescola SpeedGrip specificamente pensata per il gravel rende la gomma particolarmente scorrevole anche su asfalto, come ho potuto verificare nelle prime uscite di test.

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Nella scelta ho tenuto conto anche dell'aspetto della robustezza, molto importante in questo tipo di tracciati. Le Cinturato Gravel M hanno una spalla rinforzata che dovrebbe resistere maggiormente ai tagli, causa più frequente di foratura nel fuoristrada.

Veniamo poi alle borse. Considerando di impiegare cinque giorni per percorrere la traccia e confidando nella stagione che dovrebbe garantirci temperature piuttosto elevate, ho optato per un set di borse da bikepacking leggero.

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Le borse da viaggio

Esiste infatti anche un allestimento più capiente, che è quello proposto già da Wilier nella versione pronta per il viaggio e che prevede portapacchi anteriore e posteriore con due borse laterali ciascuno più una borsa da manubrio.

Per il bagaglio ridotto che prevedo di portare saranno invece sufficienti le quattro borse ad aggancio rapido fornitemi da Wilier che fanno parte della linea realizzata in collaborazione con Miss Grape, marchio italiano leader nel settore.
Sottosella, borsa da manubrio e due borse da telaio più piccole che non necessitano di supporti per essere fissate e si regolano velocemente attraverso cinghie e strap.

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La prima, fondamentale, è la borsa sottosella, quella più capiente che conterrà il “grosso” dell’equipaggiamento, comprese le cose più ingombranti come le scarpe. La Wilier Cluster 7 WP ha una capienza di 13 litri ha un doppio ancoraggio, al tubo sella con due strap regolabili e alla sella stessa con i cinghietti con clip.

Questi andranno stretti una volta caricata la borsa per assicurare la giusta distanza dalla ruota posteriore che consenta alla borsa di oscillare sul terreno accidentato senza toccarla.

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L’altra borsa ad alta resistenza all’acqua e di maggiore capienza è la sacca stagna da manubrio Tendril 4.10. Con un volume di carico di 10 litri e una tenuta garantita per le condizioni di bagnato più estreme, sarà quella che ospiterà il sacco a pelo e tutta l'attrezzatura che è importante mantenere asciutta.

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A queste borse più capienti si aggiungono le due borsine da telaio, la Internode 2, con una portata di 2 litri, e la Node R, che sono montate rispettivamente sotto e sopra il tubo orizzontale.

Non nego che, data anche l'ampiezza del triangolo del telaio, non mi sarebbe dispiaciuta un po' di capienza in più e ho dovuto ridurre davvero al minimo indispensabile gli effetti personali. È vero però che in questo modo ho più spazio per i portaborraccia, come vi spiegherò tra poco.

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I modelli di Miss Grape per le borse da telaio sono molto stretti, aspetto che riduce forse un po' la capienza ma che risulta fondamentale per evitare gli sfregamenti.

Uno sfregamento anche leggero infatti, ripetuto per molte ore e per diversi giorni, può portare a irritazioni, abrasioni oppure, come è capitato a me, a danneggiare gli indumenti che indossate.

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Nelle borse da telaio metterò senz’altro gli oggetti più piccoli da avere a portata di mano.  Gel e barrette, ad esempio, che possono stare tranquillamente nella Node R, che a differenza delle borse più capienti non è impermeabile.

Occhio alle borracce

Completano l’equipaggiamento tre portaborracce.
La borsa da telaio è piccola abbastanza da lasciare spazio per una borraccia grande all’interno del triangolo del telaio a cui ho aggiunto una borraccia portaoggetti dove mettere qualche attrezzo. Volendo avrei spazio per montare un ulteriore portaborraccia sugli attacchi nella parte inferiore del telaio, ma non credo che lo userò, visto che ho optato già per due borracce grandi sulla forcella che mi garantiranno una sufficiente scorta di acqua.

Un'accortezza molto utile quando si usano borse, specie su telai piccoli, è quella di adottare portaborraccia con uscita laterale, come ad esempio il Prism o il nuovo Ambo di Elite, che possono aiutare non poco a mettere e togliere la borraccia.

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Lungo il percorso non prevedo di incontrare molte fontanelle e fuori dai centri abitati si possono percorrere anche molti chilometri senza incontrare punti di approvvigionamento. Dato che nelle ore centrali del giorno sarà molto caldo e considerando anche che non ci fermeremo a dormire in struttura, sarà bene avere con noi più acqua possibile.

QUI trovate maggiori informazioni sulla Wilier Adlar.
QUI invece tutti gli accessori Wilier in collaborazione con Miss Grape per il bikepacking.

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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