Le festività appena concluse, il calendario più sballato del solito, l'inusuale caldo primaverile registrato in alcune parti d'Italia più una serie di altri fattori (a discrezione di ognuno) hanno finito per influenzare la nostra normalità. In questo lunedì di ripresa delle attività vi proponiamo un interessante intervento di Ivan Basso (sotto il video).
L'ex ciclista varesino, vincitore del Giro d'Italia 2006 e 2010 racconta "le X del ciclismo", i suoi significati più profondi ed autentici.
L'intervento si è tenuto a fine novembre dello scorso anno in occasione di TEDx Trento, il format di conferenze motivazionali ideato nel 1984 che ad oggi conta più di 3.000 appuntamenti a livello mondiale.
Le X del ciclismo: significati e sfumature
«Attraverso le sue X, il ciclismo va ben oltre una disciplina sportiva su due ruote. È una disciplina che richiede l'equilibrio perfetto fra tre cose: le gambe, la testa e il cuore».
Basso parte dalla sua esperienza di ciclista professionista.
17 stagioni dove non sono mancate le vittorie, ma anche le salite e le sconfitte umane e sportive.
Le X del ciclismo hanno a che fare con l'elenco dei partenti ed identificano i potenziali vincitori ed i principali avversari da battere.
Nelle X del ciclismo c'è il Km 0: l'inizio di una competizione, il desiderio di voler vincere che però, a volte, ha a che fare con l'imprevisto e l'obiettivo che per forza di cose deve essere ritarato. Grazie ad una scelta strategica maturata grazie al ragionamento, l'istinto ed il colpo d'occhio.
La X come un incrocio tra fortuna e sfortuna con la prima che in bicicletta è meno frequente della seconda.
Per Basso c'è però una bella notizia: «La sfortuna si può allenare in tre modi: non sentendosi sfortunati, sentendosi bravi o prevedendo l'errore».
Le X del ciclismo hanno a che fare con il ritiro, la sconfitta ed a quello spunto di ripartenza che porta a voler desiderare la gara successiva per andare oltre i propri limiti.
Le X del ciclismo sono "il centro delle scelte delle sfide".
Buone pedalate a tutti!
Per maggiori informazioni: ted.com
Crediti per tutte le immagini: facebook.com/IvanBassoOfficial
Qui sotto qualche altra riflessione sempre utile per iniziare l'anno (e la stagione) con grinta.
Qual è l’unica cosa che serve per andare in bici e come ritrovarla
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.