Watt e aerodinamica: avete visto Mohoric alla Roubaix?

Nicola Checcarelli
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Watt e aerodinamica: avete visto Mohoric alla Roubaix?

Nicola Checcarelli
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Torniamo a parlare per un attimo della Parigi-Roubaix 2022 e questa volta ci concentriamo su watt e aerodinamica.
Così come alla Sanremo, ancora una volta a darci uno spunto è stato Matej Mohoric, quinto all’arrivo e grande protagonista dell’Inferno del Nord.

Riguardando con attenzione gli ultimi 120 km di corsa e incrociando i dati di potenza scaricati su Strava da alcuni atleti, ci siamo accorti che anche stavolta quel diavolo di Mohoric se n’era inventata un’altra delle sue.
Nessun telescopico o trovata tecnica “strana”, ma un’attenzione maniacale alla posizione aerodinamica, che in una gara corsa a quasi 46 km/h di media fa tutta la differenza del mondo.

mohoric 4

Anche durante la ricognizione si nota come Mohoric riesca a pedalare molto più basso dei suoi compagni




Da cosa ce ne siamo accorti?
Beh, da uno che si è fatto gli ultimi 110 km in fuga (mai da solo, ma è sicuramente quello che ha tirato di più), ti aspetteresti una potenza media e normalizzata più alta rispetto a tutti quelli che sono arrivati insieme a lui o a pochi secondi di distacco. Unica eccezione, forse, Van Baarle, che si è fatto gli ultimi chilometri in solitaria ad un wattaggio pazzesco.

E invece, analizzando i file, si può osservare che il suo wattaggio medio è stato molto più basso rispetto a quello di Van Baarle e pure più basso rispetto a quello di Van der Poel (che è arrivato dietro ed è rimasto molto più a ruota).

strava mohoric

Strava Vdp

strava Van Baarle

E’ vero, in una gara come la Roubaix conta la dinamica di corsa e non si possono fare valutazioni analitiche, ma i dati parlano chiaro.
La connessione tra watt e aerodinamica è stretta e spiega perché nel ciclismo moderno ci sia un’attenzione molto più elevata nei confronti dell’aerodinamica che della leggerezza (anche se ovviamente dipende da gara a gara).
Qui sotto riportiamo qualche numero per rendere la cosa più chiara. Gli atleti hanno pesi diversi, ma trattandosi di una gara quasi completamente pianeggiante questo non incide più di tanto:

Mohoric
Watt medi: 276
Watt normalizzati: 300
Watt medi ultimi 110 km: 312
Watt medi primi 150 km: 248
Watt medi ultimi 40 km: 302

Van Baarle
Watt medi: 307
Watt normalizzati: 341
Watt ultimi 110 km: 339
Watt primi 150 km: 283
Watt ultimi 40 km: 365

Van der Poel
Watt medi: 279
Watt normalizzati: 303
Watt ultimi 110 km: 299
Watt primi 150 km: 263
Watt ultimi 40 km: 306

Mohoric ha già di suo una posizione molto aerodinamica, pur essendo un corridore alto 185 cm, grazie ad una notevole capacità di flettere la schiena e ruotare il bacino in avanti.
Riguardando le immagini della corsa con attenzione, però, abbiamo notato come lo sloveno sia rimasto sempre estremamente concentrato nel pedalare composto e “basso”.
Mani in presa bassa in tutti i tratti di pavé; mani in presa bassa oppure sulle leve, ma a braccia flesse per mantenere il busto parallelo al terreno, nei tratti di asfalto.
Dove possibile ha pedalo anche a testa bassa, soluzione che pare migliorare ancora la penetrazione aerodinamica.

Watt e aerodinamica

Servono le gambe, ma per essere campioni serve anche altro

Mohoric è uno dei corridori più forti attualmente in gruppo e gli ultimi risultati sono lì a dimostrarlo.
Ma è anche la dimostrazione che per essere vincenti non servono solo grandi gambe.
O, rigirando la frittata, a parità di gambe vince chi è più scaltro, intelligente, attento al dettaglio. 

In un ciclismo in cui si vince o si perde per secondi, in cui pochi watt fanno la differenza, in cui si corre con i body anziché la maglia perché fanno risparmiare parecchia energia (su questo argomento torneremo nei prossimi giorni), dire solo che servono le gambe diventa un po’ retorico.
Servono, ma non bastano, a meno che non ne hai davvero parecchie più degli altri.

Tanto di cappello a Mohoric, che oltre ad essere forte è sempre pronto a sfruttare ogni dettaglio a suo vantaggio, in mezzo ad un gruppo che non sempre è attento a queste piccolezze.

Watt e aerodinamica

Da questa immagine catturata dalla TV si nota molto bene la differenza tra Mohoric e Devriendt, che anche se a ruota pare prendere più vento dello sloveno

Per andare forte in bici non basta pedalare 

Con tutta probabilità Mohoric riesce a mantenere una posizione così aerodinamica con una certa naturalezza. Ma immaginiamo anche che sia attento a curare il proprio fisico per mantenere alta la mobilità di schiena e bacino. Non è un caso, infatti, che oggi molti atleti dedichino più tempo al benessere generale e agli allenamenti in palestra e a corpo libero.

L’appassionato non deve affrontare il pavé della Roubaix o vincere la Sanremo, ma tutti desideriamo di migliorare le proprie prestazioni e andare più forte.
Per farlo, a volte, non serve spendere soldi nell’ultimo ritrovato tecnico o allenarsi fino allo sfinimento, ma potrebbe essere più utile curare altri dettagli, come ad esempio ginnastica e stretching per rendere la propria schiena più flessibile e, quindi, la propria posizione più aerodinamica.
E' difficile da far passare come concetto, ma anche questo è allenamento...

Ne abbiamo parlato in modo approfondito nei due articoli che trovate qui sotto:

Lo stretching per il ciclista: perché, come, quando e quanto

Ecco 6 esercizi per avere meno dolori alla schiena e pedalare più forte



 

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.

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